Intervista a Fabrizia Fiumi

Chi sei, da quanto sei volontaria e quali sono le attività che svolgi in Croce Rossa?

Sono Fabrizia Fiumi, presidente del Comitato di Imola della Croce Rossa Italiana dal 2013. Prima del mio ingresso ufficiale in CRI, mi sono sentita una donna di Croce Rossa nel cuore a partire alle missioni fatte da Assessore del Comune di Imola nella ex Jugoslavia con la Croce Rossa Italiana. Ben quattro: un’esperienza che mi ha segnato.

Come è cambiata la tua attività di volontaria durante la pandemia?

Sono il presidente di un Comitato piccolo, ma grande per il numero di volontarie e volontari, per la varietà delle attività che facciamo tutti i giorni, per la qualità ed innovazione del nostro servizio. In questo periodo ho solo messo più attenzione alla sicurezza di tutti noi; la disponibilità a esserci per le richieste dei nostri territori c’era da sempre, ma è stata particolarmente preziosa perché ci siamo stati sempre tutti. Chi c’era in presenza, chi c’era con il pensiero e una telefonata, il Comitato di Imola non ha lasciato e non lascerà solo nessuno.

Cosa significa per te essere una donna volontaria di Croce Rossa?

Essere una donna di Croce Rossa per me è portare, come chiedo a tutti e tutti i nuovi soci, la nostra interezza di persone al servizio dell’associazione. L’intuizione di Henry Dunant ebbe la sua prima applicazione grazie alle donne di Castiglione delle Stiviere che corsero a soccorrere feriti. Oggi la maggioranza dei volontari sono donne così come la maggioranza delle persone assistite in tutto il mondo sono donne. I nostri sette principi sono semplici e chiari, ma voglio sottolineare quelli che mi paiono vicini alla sensibilità di una donna, o almeno alla mia: Umanità, Imparzialità, neutralità, Indipendenza, volontariato, Unità, Universalità. Ma li ho detti tutti…vorrà dire che donne e uomini in Croce Rossa possono fare assieme la differenza nell’aiutare le persone di tutto il mondo a partire dalla nostra città.

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